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La pasta fatta in casa è un ricordo dell’infanzia.

Infatti, sebbene in Puglia la si mangi ancora oggi con una certa frequenza, in passato era un rito che si ripeteva con cadenza fissa, tutte le domeniche.

Poco prima che ci si sedesse a tavola per il pranzo, solo in quel momento, mia nonna preparava le orecchiette.

La casa, sia all’interno che all’esterno, era ormai pregna e traboccante del profumo di ragù di carne: questo ribolliva sul fuoco già dalle prime ore del mattino tanto che noi piccoli ci svegliavamo all’odore forte del soffritto che pervadeva gli ambienti e penetrava sinuoso in camera da letto.

La nonna versava la semola sulla spianatoia ed aggiungeva l’acqua senza mai far scivolare una goccia; dopo aver impastato con misurato vigore, forgiava le orecchiette con la maestria maturata negli anni.

Era velocissima. Tuttavia, se mi soffermavo ad osservare il suo lavoro mi sembrava che lo facesse con calma serafica e con una gestualità lenta e cadenzata.

Prima che me ne fossi reso conto, eravamo tutti in tavola davanti al piatto fumante di orecchiette e brasciole.

Contenuto:

• Orecchiette fatte con semola di grano duro biologico varietà Cappelli – gr. 1000;
• Salsa di pomodoro biologico varietà Regina – gr. 580;
• Olio extra vergine di oliva biologico varietà Coratina – ml 250;
• Aglio e peperoncino.

Accorgimenti:

Versare la salsa di pomodoro in una pentola aggiungendovi l’olio, uno spicchio d’aglio ed un peperoncino e portare ad ebollizione prima di spegnere la fiamma. Scolare le orecchiette e condire con la salsa.

In alternativa, se si vuole un sugo con un gusto più marcato, si può scegliere di far soffriggere l’aglio ed il peperoncino nell’olio prima di versarvi la salsa.

Buon appetito!